martedì 30 dicembre 2014

Alimentazione


«Mio figlio non mangia nulla. Ogni volta è una battaglia!»
«Mio figlio mangia troppo. Non perde occasione per mangiare e sgranocchiare qualcosa, soprattutto merendine e schifezze.»
«Per mio figlio devo sempre preparare un pasto diverso dal nostro: o noi mangiamo sempre le stesse cose che piacciono anche a lui. Mangia solo pasta col burro, patatine fritte, hamburger o pollo. Niente frutta e niente verdure. Non ne posso più!».
Queste sono, in linea di massima, le lamentele che più frequentemente sento dai genitori, quando parlano dei problemi alimentari dei loro figli.

domenica 30 novembre 2014

Ciuccio: tormento e delizia

aiuto come si fa ciuccio1
 Dalla nascita (e ancor prima di nascere…) il bambino presenta l’istinto di suzione che soddisfa col seno della mamma sia per la sua esigenza di alimentarsi, sia per il suo bisogno di affetto ed attenzione. Per tale ragione il suo desiderio di un sostituto, presente al di là della fame, richiede un oggetto da usare in vece del seno materno. Pollice, succhiotto o biberon divengono così inseparabili e fondamentali per consolarsi e scaricare tensioni, frustrazioni o delusioni anche per imparare l’autonomia e a relazionarsi al mondo intorno a lui.

giovedì 23 ottobre 2014

Educazione emotiva e Infanzia

La qualità dell’esistenza di ogni bambino è influenzata dal modo in cui egli apprende, fin dai primi anni, ad affrontare le proprie emozioni: se in lui prevalgono reazioni emotive distruttive, queste finiranno per caratterizzare la sua vita scolastica, determinando relazioni insoddisfacenti con i compagni e con gli insegnanti. Per questo vorrei  soffermarmi, innanzitutto, sul rapporto esistente tra le esperienze emotive del bambino e il suo adattamento sociale.

Genitori e figli: la scoperta delle sensazioni



Spesso capita di sentire mamme che dicono: “Non so proprio come fare con mio figlio: non riesco a fargli il bagnetto, perché si agita continuamente!” , oppure “Sbatte tutti i giocattoli per terra e non sta mai fermo” o, ancora, “Sembra non si accorga di cosa succede intorno a lui, non mi risponde.”.
Non si è necessariamente di fronte a bambini con disturbi psicopatologici come autismo o disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Si tratta, semplicemente del fatto che, bambini e genitori, reagiscono in modo differente alle esperienze sensoriali della vita quotidiana.
Attraverso i sensi, riceviamo informazioni che provengono dal mondo esterno e il sistema nervoso elabora questi messaggi per produrre una risposta. Questo è il processo di elaborazione sensoriale: quando i genitori comprendono sia il significato dei comportamenti dei propri figli, sia le proprie risposte agli stimoli sensoriali, è più facile prevedere quali attività proporre al bambino in modo tale da suscitare il suo interesse e farlo sentire competente. Se un bambino riceve una stimolazione sensoriale della giusta intensità, diventa più partecipe e interagisce in modo positivo.
Ad esempio, un bambino molto sensibile ai suoni, alla stimolazione tattile e al movimento, probabilmente si agiterà in una stanza con tante persone, a causa del rumore delle chiacchiere e al continuo passaggio fra le braccia di chi lo vuole tenere. La mamma si troverà in difficoltà a calmare il bambino e potrebbe interpretare il comportamento del figlio come un rifiuto, ma se ha capito che il bambino è particolarmente sensibile al tatto e al suono può allontanarsi dalla zona più rumorosa, farlo tenere in braccio solo da poche persone e preferire di portarlo in braccio lei stessa, facendo in modo che gli altri lo vedano e, giocando con lui, non eccedano nello stimolarlo.